Le radici del Carnevale romano hanno origini antichissime, risalendo addirittura ai Saturnali, le festività religiose dell'antica Roma caratterizzate da riti orgiastici, sacrifici, danze, maschere e divertimenti pubblici sfrenati.
Queste festività pagane erano dedicate al dio Saturno e rappresentavano un momento di sospensione delle rigide gerarchie sociali, in cui schiavi e padroni si mescolavano in un clima di libertà e di rovesciamento temporaneo dell'ordine costituito.
A partire dal X secolo, queste antiche celebrazioni pagane vennero in parte riadattate e trasformate in festeggiamenti carnascialeschi sul monte Testaccio, al fine di richiamare l'atmosfera gioiosa e liberatoria delle feste romane.
Dalla metà del XV secolo, per volontà di papa Paolo II, i festeggiamenti si spostarono in via Lata, l'attuale via del Corso, diventando un evento di grande rilevanza nella vita sociale e culturale della città.
L'evento clou del Carnevale romano era senza dubbio la Corsa dei cavalli barberi, una gara entusiasmante che attirava a Roma nobili, reali, artisti e viaggiatori da tutta Europa, i quali ne hanno lasciato numerose testimonianze nei loro scritti e in vivaci incisioni e dipinti.
Questa competizione ippica si tenne annualmente, salvo rare eccezioni come nel 1829 in seguito alla morte di papa Leone XII.
Dopo l'Unità d'Italia, nel 1874, il re Vittorio Emanuele II decise di abolire definitivamente questa tradizionale manifestazione a causa di un tragico incidente in cui un giovane spettatore era rimasto travolto e ucciso durante la corsa dei cavalli.
Questo drammatico evento segnò purtroppo l'inizio del declino del Carnevale romano, che negli anni successivi perse progressivamente il suo antico splendore e fascino.
Nonostante ciò, la città di Roma ha continuato a celebrare il Carnevale con manifestazioni e sfilate di gruppi mascherati, mantenendo viva la memoria di questa antica e affascinante tradizione, radicata nella storia e nella cultura della Città Eterna.